Pier Vittorio Tondelli e il giornalismo Luoghi e tendenze del mondo giovanile negli anni Ottanta Tesina presentata alla Commissione dell'Ordine nazionale dei Giornalisti 27 febbraio 2006 Grazie ad un recente saggio di Enrico Palandri, dal titolo “Pier. Tondelli e la generazione” (Laterza), si è riaperto un vivace dibattito sulla figura di Pier Vittorio Tondelli, fra i più noti (sicuramente uno dei più influenti) scrittori italiani degli anni Ottanta, prematuramente scomparso nel 1991 a soli quarantasei anni. Accanto all'assai più nota produzione letteraria, merita particolare attenzione l'intensa attività giornalistica da lui svolta, riunita in parte assieme ad altri scritti, saggi e racconti brevi in un volume pubblicato nel 1990 per i tipi della Bompiani: “Un weekend postmoderno”. Il sottotitolo, “Cronache dagli anni Ottanta” (anche se in precedenza l'autore aveva pensato a “... un po' di filologia della nostra gioventù”, come si deduce da una dedica ad Alberto Arbasino), riporta al decennio nel quale hanno preso corpo anche i racconti e i romanzi che lo resero celebre. Su tutti, l'esordio “Altri Libertini” (1980), seguito da “Pao Pao” (1982), “Rimini” (1984) e “Camere separate” (1989). Lo stesso scrittore ha chiarito in una intervista, rilasciata al critico Generoso Picone sul quotidiano “Il Mattino” (24 novembre 1990), la scelta dei termini “weekend” e “postmoderno”: “Nei primi anni Ottanta, postmoderno era un termine che si trovava un po' ovunque. Stava a significare una compresenza di stili diversi per una nuova comunicazione. Una mania culturale, una moda e un segno di festa: si usciva da un decennio buio e cupo con una esplosione di colori, di follia. Durata poco, come un weekend”. Si sbaglierebbe a considerare l'attività giornalistica di Pier Vittorio Tondelli quale semplicemente “preparatoria” di paralleli progetti narrativi, anche se molta parte di essa vi confluisce talvolta in modo massiccio. Si tratta invece di occasioni di necessario approfondimento che, nell'assieme, costituiscono un ampio e complesso “romanzo critico” riassuntivo di tutta la sua produzione. Per un'idea della varietà del lavoro, vale la pena elencare le testate su cui sono apparsi gli scritti (talvolta rivisti anche integralmente) riuniti in “Un weekend postmoderno”: “Alter Alter”, “Antiquariato”, “Arte”, “Babilonia”, “Chorus”, “Corriere della Sera”, “L'Espresso”, “Europeo”, “Flash Art”, “L'illustrazione italiana”, “Linus”, “Lei”, “La Repubblica”, “Il Resto del Carlino” (e il supplemento “Strisce & Musica”), “Reds”, “Rockstar” e “Weekend”, oltre a qualche rivista occasionale anche studentesca, “numeri zero” mai apparsi in edicola, “fanzine underground” di cui lo stesso scrittore non aveva, al momento di citare la fonte, più traccia. Fra gli articoli più significativi vanno sicuramente citati quelli apparsi sul quotidiano “Il Resto del Carlino” nel biennio 1981-1982, iniziati con ampi reportage dalla provincia romagnola, con il mondo e le mode giovanili sempre in primo piano (il pezzo d'esordio è dedicato ai giovani “Warriors a Correggio”), e conclusi con appassionate cronache da Londra. Non a caso si è citata la provincia romagnola: il concetto di “provincia” accompagna l'intera produzione di Tondelli. La collaborazione con il mensile “Rockstar” (sulle cui pagine cura la rubrica “Culture Club” dal nome del gruppo musicale di Boy George) privilegia, dopo l'iniziale proposito di “consigli di lettura”, la forma del “diario in pubblico” e del “giro di provincia”, già anticipato sulle pagine de “Il Resto del Carlino”: non nelle capitali, ma in periferia si ritrovano le manifestazioni più vitali della “fauna” giovanile, come spesso la definisce. Una relazione dettagliata su anonimi ma più spontanei luoghi di ritrovo, una birreria o una paesana festa di piazza, può raccontare molto di più sui riti collettivi che non una asettica osservazione di tendenze e mode urbane. Tondelli percepisce una piena sintonia con i lettori di “Rockstar”, con i quali comunica “da cuore a cuore”, spaziando nei più diversi argomenti legati, inizialmente, ad un sotterraneo filo conduttore: la commistione fra letteratura e musica. Presto però allarga l'ampiezza di interessi, rispondendo con sempre maggior distacco ai numerosi sfoghi esistenziali pervenuti sotto forma di lettere in redazione. Nel maggio 1988 scrive: “non posso diventare la vostra signorina Cuorinfranti!” Importanti anche le collaborazioni con il mensile “Linus”, sulle cui pagine Tondelli vara e coordina il progetto Under 25, che porterà alla pubblicazione di tre antologie di giovani scrittori da lui curate, e quella con il mensile “L'Espresso” che occupa quasi l'intera seconda metà degli anni Ottanta, nella duplice veste di critico letterario e osservatore privilegiato del mondo giovanile. Particolarmente sentito fu anche, sin dagli esordi, il rapporto con il mensile “Chorus” diretto dall'amico Giordano Bruno Guerri, per il quale scrive cronache di viaggi e ritratti di artisti. Con “Un weekend postmoderno”, Pier Vittorio Tondelli ha consegnato al lettore un vero e proprio “romanzo” composto da miti e luoghi cari ad una generazione. E ancor oggi, nonostante sia passato più di un quarto di secolo dalla pubblicazione, l'efficacia delle chiavi di lettura volte a indagare le più diverse realtà, si rivela non solo intatta, ma di straordinaria attualità. Riccardo Petito |