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INTERVISTE
ENRICO PALANDRI
Da Venezia a Londra (e ritorno) di Riccardo Petito in "Il Gazzettino", n. 174, 25 luglio 2004, p. II.
Il noto compositore e regista Andrea Liberovici è nato nel 1962 a Venezia, città dove ha vissuto fino a vent'anni. Si può definire figlio d'arte, in quanto il padre Sergio è stato unò dei musicisti più attivi sulla scena musicale italiana nel dopoguerra, sodale di Italo Calvino nella creazione di un nuovo repertorio di canzone popolare. Andrea ha studiato composizione, violino, viola, recitazione e canto nei conservatori di Venezia e Torino, in seguito presso la Scuola del Teatro Stabile di Genova e con la soprano Cathy Berberian.
Il primo album l'ha inciso a quindici anni, per poi scrivere musiche di scena per importanti compagnie di teatro di prosa, nonché musica per radio, televisione e balletti. Assieme a Ottavia Fusco nel 1996 ha fondato la compagnia di Teatro Musicale, il "teatrodelsuono", che si applica alla sperimentazione di nuove forme di contaminazione tra musica, poesia, scena e nuove tecnologie. Da questa iniziativa sono nate, fra le molte, le interessanti opere "Rap" (1996) su testi di Edoardo Sanguineti e "Sonetto" (1997) da William Shakespeare. Nel 2001 realizza con Edoardo Sanguineti lo spettacolo "Sei personaggi.com" per iI Teatro Stabile di Genova, per il quale ha allestito anche il recentissimo "Candido. Soap opera musical", scritto assieme allo scrittore Aldo Nove. Un mix originale che ha ottenuto un forte successo. Fra gli interpreti, compare curiosamente anche il poliedrico Gianfranco Funari.
Andrea, che ricordi hai di Venezia?
Sono nato alla Giudecca e ho trascorso in città tutta la mia giovinezza, studiando al conservatorio. Ero uno spirito curioso e inquieto, a poco più di quindici anni ho pubblicato il primo album, "Oro" (1978), con brani di carattere trasgressivo da me interamente composti, nato da precoci esperienze musicali con amici assieme ai quali suonavo per le calli. Lo produsse il veneziano Ermanno Velludo, anche ottimo tecnico del suono. Un produttore milanese di passaggio a Venezia curò invece l'uscita del successivo “Liberovici” (1980), ma da quel momento decisi di cambiare direzione, in polemica con il potere delle case discografiche che spesso vincolano la creatività di un artista.
Era una Venezia più viva di oggi?
Gli anni Settanta sono stati un periodo stimolante, le case che frequentavo erano piene di musicisti e artisti. Fra gli amici ricordo Serena Nono, figlia di Luigi, fondamentale compositore veneziano. Purtroppo oggi vivo a Genova e sono spesso per lavoro a Roma e Parigi, quindi in città torno poco, soprattutto per vedere mia madre, la regista Margot Galante Garrone, itinerante anche lei con il Gran Teatrino La Fede delle Femmine. In alcune occasioni ho coinvolto amici che vivono qui: un lontano spettacolo surrealista ha avuto per musa ispiratrice l'attrice Paola Puccini. Ho portato in passato miei spettacoli anche a Venezia e Mestre, al teatro Fondamenta Nuove e al Toniolo. Il recente "Candido. Soap opera musical", prodotto dal Teatro Stabile di Genova, mi piacerebbe fosse rappresentato anche al Teatro Stabile della mia città, il Goldoni.
Di che opera si tratta?
È un lavoro in chiave musicale liberamente tratto dal "Candido" di Voltaire, scritto assieme allo scrittore Aldo Nove; Ivan Castiglione ricopre il ruolo di Candido, Caterina Guzzanti quelli di Cu- negonda, mentre uno stupefacente Gianfranco Funari interpreta il filosofo Pangross, maestro di una contemporanea via al successo, in un mondo televisivo dominato dalla religione del marketing. Perciò ho pensato al più grande venditore di tutti i tempi: Funari!
Sei simpaticamente apparso alla trasmissione televisiva "Cocktail d'amore" vicino alla conduttrice Amanda Lear, che ha trasmesso alcuni spezzoni dei tuoi provocatori esordi musicali, che peraltro i collezionisti si contendono...
È vero, i miei due album adolescenziali contenevano testi molto forti, e difficilmente passavo inosservato sul palcoscenico... mi fa comunque piacere ci sia ancora interesse per quei brani, tan- to che un sito dedicato a Patty Smith ha di recente pubblicato una fotografia di quel tempo che mi vede accanto alla cantante.
Riccardo Petito
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