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VENEZIA, STRANA CITTA' Cicero Editore, 2010 Idea, progetto grafico e illustrazioni: Fabrizio Olivetti Cura e coordinamento dei testi: Riccardo Petito Autori: Massimo Cacciari, Guido Moltedo, Davide Lorenzon, Valter Baldassi, Federico Moro, Riccardo Petito, Annalisa Bruni, Paolo Canestrelli, Adelaide Fuga, Anna Toscano, Tiziana Agostini, Carlo Montanaro, Francesco Ranchio, Leopoldo Pietragnoli. Grazie a Grafiche Veneziane, storica tipografia veneziana che in prima persona ha promosso l'operazione per farne un omaggio alla città, e per concessione di Cicero Editore, è ora possibile scaricare gratuitamente il volume, e leggerlo tramite pc, tablet, e-reader!   “E strani saremmo noi e strana Venezia?” (Leopoldo Pietragnoli) Tale assunto del giornalista Leopoldo Pietragnoli pare chiudere idealmente l'intero volume “Venezia, strana città”, che raccoglie “idee” sulla Venezia contemporanea, interventi e possibili spunti di riflessione da parte di un grafico, un filosofo, scrittori, giornalisti, professori, professionisti, e infine un tipografo, riuniti non per la loro notorietà o carica, ma per il loro reale bagaglio di esperienza, per la loro “vera” professione. “Due chiacchiere (non piagnucolose) sulla città assieme a compagni di ventura, veneziani e non”, spiega Fabrizio Olivetti ideatore del volume, che vede cura e coordinamento dei testi di Riccardo Petito. Si succedono alternati ai preziosi disegni di Fabrizio Olivetti i contributi di Massimo Cacciari (“Alter Mundus”), Guido Moltedo (“Venezianità”), Davide Lorenzon (“Gati de Venessia”), Valter Baldassi (“Un friulano a Venezia”), Federico Moro (“Scandalo per la terra”), Riccardo Petito (“Venezia, città inclinata”), Annalisa Bruni (“Più che strana, anfibia”), Paolo Canestrelli e Adelaide Fuga (“Venessia mia”), Anna Toscano (“Venezia barometro quasi una dichiarazione”), Carlo Montanaro (“Effetto Nosferatu”), Tiziana Agostini (“Homo Venetianus”), Franco Ranchio (“Stampare a Venezia”), Leopoldo Pietragnoli (“Strana per chi? Strana perché?)”. Filo conduttore le immagini di Fabrizio Olivetti, un personale racconto nel quale si susseguono scenografie diverse, colorate, ironiche, pop, fantasiose ma nello stesso tempo reali. “Si tratta di un'esperienza unica – ha scritto a tale riguardo Massimo Cacciari – un tentativo di rappresentare la città al di fuori sia degli schemi oleografici-cartolineschi del turismo di massa, che da quelli nostalgici e pseudo-colti”, evidenziando “una città viva e ironica, capace di protestare e sorridere, un po' sconquassata e sbilenca, ma perciò sempre anche viva”. |