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INTERVISTE
PAOLO SORRENTINO, "ANTIDIVO" PER SCELTA

Il regista è stato ospite di un incontro all’Istituto europeo del design alla Certosa
di Riccardo Petito
in "Il Gazzettino", n. 70, 24 febbraio 2009, p. XV.

Venezia

Paolo Sorrentino, fra i registi italiani oggi più acclamati, non ha deluso le aspettative dei numerosi giovani intervenuti alla conferenza allo Ied, Istituto europeo di design diretto da Cristina Marchetti, nell’Isola della Certosa (foto). L’autore de “Il Divo”, al cui fianco è apparso un altro regista italiano di notevole caratura, Silvio Soldini, e la giornalista di Ciak, Cristina Marchetti, si è rivelato da subito un “antidivo”.

Che ricordo ha della sua esperienza lagunare?

«Meraviglioso, ero emozionatissimo, contemporaneamente presentavo il mio primo film e partecipavo ad un Festival importante, al quale sono tornato l’anno scorso per ritirare un premio assieme a Matteo Garrone.»

A quale sua pellicola è legato di più?

«Senza retorica potrei dire alla prossima, anche se non ho ancora nulla in cantiere, comunque “L’uomo in più” e il successivo “Le conseguenze dell’amore” sono forse i figli prediletti. Con Toni Servillo il rapporto non fu subito facile, ma oggi siamo molto amici e ci capiamo al volo.»

Il clamore che ha accompagnato “Il Divo” può aver fuorviato il pubblico da una visione obiettiva?

«Sono soddisfatto di come è stato recepito, anche all’estero, non è solo una pellicola su un importante personaggio italiano, ma un racconto sul potere. Una curiosità: avevo valutato una alternativa, girare un film su Enrico Cuccia. Quanto alla definizione di “grottesco”, usata da più critici, la trovo errata: parlerei di realismo, grottesca semmai è la realtà politica»

Ad un giovane che si approccia al mondo del cinema, cosa consiglia?

«Senza una carica ossessiva e una testardaggine ottusa, meglio lasciar perdere. La migliore scuola rimane comunque vedere brutti film, per capire cosa non si deve fare…»

Riccardo Petito