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INTERVISTE

SILVAN, MAGO CON LA FORMULA

di Riccardo Petito
in "Il Gazzettino", n. 159, 10 luglio 2005, p. III.

In tutto il mondo il suo nome d'arte è sinonimo di prestigiatore: nonostante il successo internazionale però, Silvan, all'anagrafe Aldo Savoldello, ha mantenuto un rapporto del tutto speciale con la sua città natale, Venezia. "Ho viaggiato ovunque ma il mio pensiero è sempre rivolto a lei. Come diceva il poeta Byron, se aprite il mio cuore trovate inciso il nome di Venezia!", tiene a sottolineare Silvan, l'unico illusionista europeo insignito per ben due volte del Magician of the Year, l'Oscar dei maghi conferito dalla titolata Accademia delle arti magiche di Hollywood.
Le soddisfazioni professionali non sono certo mancate a Silvan, fin dall'esordio diciottenne all'Olympia di Parigi in uno spettacolo di Edith Piaf, e oggi riconosciuto all'unanimità come vero maestro. Pure il celebre motto "Sim Sala Bim" (anche titolo di una fortunatissima trasmissione televisiva), che precede ogni magia, è divenuto un modo di dire.
David Coppeliield, forse il più noto illusionista statunitense i cui spettacoli più volte sono stati proposti anche dalla tv italiana, ha voluto personalmente omaggiarlo a Las Vegas e a Roma, dove oggi Silvan risiede nei pressi del Gianicolo. Inizia da Venezia (il 17 e il 24 settembre parteciperà ad una convention a Palazzo Donà delle Rose) però la nostra conversazione, ricca di curiosità e ovviamente, visto il personaggio, anche di sorprese. La prima, Silvan non ha un buon rapporto con il computer, nonostante il sito Internet: www. silvanmagic.com, sia assai visitato: "Posseggo oltre quattro mila volumi nella mia casa romana, fra cui rari incunaboli di magia. Mi piace ancora indagare, fare ricerca, detesto l''idea di premere un tasto e vedere comparire informazioni sullo schermo!"

Silvan, quale è la sua idea della Venezia odierna?

È la città dove ho trascorso la mia adolescenza, e ancor oggi si può ritrovare la dimensione del campiello, come ai tempi delle commedie di Carlo Goldoni. Quando ritorno, nella mia casa nei pressi di San Canciano, ho chiare immagini dei posti che mi hanno visto bambino, poi alzo lo sguardo e osservo la città con gli occhi di un adulto, scorgo sempre particolari inediti che mi seducono, può trattarsi anche di un semplice bassorilievo, un capitello, uua quadrifora moresca. Quando passo per campo Santa Maria Formosa rivivo poi i miei esordi quando, a dieci anni in oratorio, già mi esibivo nei primi trucchi magici per i miei coetanei. Nelle bancarelle di libri usati facevo incetta di tutti volumi di magia che riuscivo a trovare. Amo molto anche i luoghi meno visitati dai turisti. Con i miei fratelli, Renato e Roberto, faccio spesso delle interminabili passeggiate in alcune zone di Santa Croce e di via Garibaldi, con calli e callette dai sapori e odori ancora veri. L'amore per i particolari mi è stato trasmesso da mio padre, commendator Savoldello, notissimo a Venezia e figura per me fondamentale, dapprima contrario alla mia scelta professionale, infine mio grande sostenitore.

Una domanda obbligata: cos'è per lei, che all'argomento ha dedicato ben dodici libri, la magia?

Intesa come prestidigitazione è la mia vita, la mia realtà quotidiana, attraverso la quale mi realizzo. Alle origini la magia nasce con l'uomo, da essa sono scaturite tutte le scienze, la medicina e le religioni. Infatti ne troviamo traccia in ogni civiltà. L'uomo ha da sempre bisogno di credere per colmare i propri interrogativi esistenziali e di solitudine. Detto ciò, noi intrattenitori magici cerchiamo di ricreare illusioni fantastiche, di cui la nostra mente annette il valore irrazionale.

Sono state fatte molte parodie televisive della sua figura, alludo in particolare a recenti comici quali il Mago Forrest e Raul Cremana a Zelig... Come personaggio, mi si perdoni l'autocitazione, ne sono lusingato, e sorrido anch'io. Sono due ottimi artisti e amici, che stimo. Detto ciò, va ben distinta la figura del prestigiatore, che richiede oltre a vera attitudine anche molto studio, disciplina ed esercizi quotidiani, per raggiungere specialmente nella manipolazione, una tecnica perfetta. Quotidianamente mi alleno per ore. Solo una severa disciplina può mantenere certi risultati. Quello che il pubblico televisivo vede lo eseguo anche in teatro, cercando emozioni per stupirlo e incantarlo!

Cosa ne pensa dei suoi colleghi della "scuola statunitense"?

Sono ottimi artisti che vanno elogiati perché hanno promosso una nuova forma di "magia elettronica”, un modo assai spettacolare di proporsi. Io mi considero ancora un un artigiano della magia. Amo inventare e apportare varianti a un discorso già iniziato.

Silvan, lei potrebbe far sparire la Statua della Libertà?

Certo: anche la Torre di Pisa e il Duomo di Milano messi insieme. Ma non lo farò mai!

Da osservatore privilegiato, come giudica l'odierno panorama televisivo, e soprattutto i dati Auditel che, durante le sue esibizioni all'ultima Domenica In, segnavano il picco di ascolto della trasmissione con ben il 32% di share?

Non vorrei apparire come il 'grillo sparlante" o salire in cattedra. Se si escludono le rubriche giornalistiche, unico genere con una vitalità costante, e i film, il cosiddetto varietà innovativo - leggi il seguito del primo 'reality' - non è certo pregevole. Certo, nel campo dell'intrattenimento ci sono delle eccezioni che soddisfano i gusti più diversi. Ma in tutto il resto la tv si è impoverita o, meglio, si guarda comunque anziché leggere un libro o uscire, è in relazione alle proprie esigenze. Mi spiego: vengono soddisfatte certe curiosità che il telespettatore insegue inconsciamente. Sentirsi rovesciare addosso i fatti più intimi e personali degli altri, a qualcuno forse può giovare, confrontandoli con i propri...

Nel suo ultimo spettacolo, andato in scena con ben quindici repliche al Teatro Eliseo di Roma, lei recita anche un monologo tratto da Amleto di Shakespeare. Come è nata questa scelta?

Si tratta di un itinerario magico-tearale nel quale porto alla ribalta persolaggi storici che hanno praticato la magia, e ripropongo in chiave moderna illusioni, trucchi ed esperimenti che hanno stupito, in epoche diverse, il mondo intero. Ho cercato di mettere insieme le tessere di un puzzle scomposto, riunendo tra cronaca, realtà e leggenda figure affascinanti fra cui Shakespeare, Casanova, Cagliostro, Houdini, unendole a ritagli e a pillole di esperienze autobiografiche. La regia, inoltre, è di mio figlio Stefano.

Una domanda ironica: in questi tempi di "euro basterebbe una magia di Silvan per abbassare i prezzi?

A di là delle considerazioni serie che meriterebbe l'argomento “euro”, spesso ho sostenuto che a pochi passi da casa mia, a Roma, si trova quello che ritengo “il Club degli illusionisti più importanti d'Italia”, ossia... il Parlamento! Lì avvengono giochi davvero notevoli di apparizioni e sparizioni. "Inciucioni di strane alchimie che solo gli addetti ai lavori comprendono! Ma non mi faccia dire altro!

In conclusione, come si definirebbe?

Sono Aldo Savoldello in arte Silvan, uomo felice, gratificato, che di professione fa l'illusionista. Un illusionista che ovunque nel mondo, oltreché l'imprinting dell'italiano, è sempre stato orgoglioso di essere un veneziano purosangue!

Riccardo Petito