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INTERVISTE
RAINA KABAIVANSKA MEZZO SECOLO DI CARRIERA in "Il Gazzettino", 21 ottobre 2010, p. XXXVI.
Venezia
Raina Kabaivanska, celeberrima soprano, festeggerà stasera i cinquant'anni di straordinaria carriera a Cà Vendramin Calergi, sede del Casinò di Venezia, alle 18. L'occasione, la presentazione del video «Omaggio a Puccini», registrazione storica del concerto del 1979 al Teatro Tenda Bussoladomani di Viareggio, recentemente ritrovata nelle teche Rai. Lo spettacolo, ideato e realizzato da Bruno Tosi, vede la soprano interprete delle più famose arie pucciniane, diretta dal grande maestro veneziano Nino Sanzogno (per l'ultima volta sul podio), con gli abiti della stilista veneziana Roberta di Camerino. Sia Sanzogno che in particolare la Camerino, recentemente scomparsa, saranno ricordati oggi. Alla Kabaivanska abbiamo posto qualche domanda.
Dopo innumerevoli successi, una serata tributo risulta sempre emozionante?
Sì, perché mi farà rivivere momenti bellissimi ma pur sempre di grande paura e terrore, nel video oltretutto sono presenti due miei amici carissimi, che mi mancano molto, il maestro Sanzogno e la stilista Camerino. Devono essere ricordati con affetto a Venezia, hanno fatto molto, come molto ha fatto e sta facendo Bruno Tosi, pochi amano la città come lui. E inoltre, alla serata al Bussoladomani hanno assistito le più famose stelle della lirica, ricordo sensazioni uniche.
Sempre forte il suo legame con Venezia?
L'amore che ad esempio ho per la Fenice, dove ho sempre incontrato un pubblico straordinario e conosciuto grandi successi, è enorme. Alla notizia dell'incendio ero sconvolta. Poi ricordo soprattutto mie interpretazioni, Madame Butterfly, Adriana Lecouvreur, Don Carlos e la Vedova allegra con regia di Mauro Bolognini...
Quella dell'insegnamento è una passione che la accompagna da tempo.
È fondamentale trasmettere la nostra esperienza, la mia generazione ha conosciuto la stagione d'oro della lirica, che ha visto l'Italia imporsi ovunque, e noi della «vecchia scuola all'italiana», che si sta perdendo, abbiamo il sacro dovere di portare avanti questa eredità, farla conoscere alle giovani promesse.
Riccardo Petito |