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INTERVISTE
GIORGIO FALETTI DAL COMICO AL... THRILLER in "Il Gazzettino", 7 maggio 2010, p. XXXII.
Venezia
Giorgio Faletti è oggi soprattutto un noto scrittore di thriller, dal fortunatissimo “Io uccido” al recente “Io sono Dio” (tutti per Baldini Castoldi Dalai). Stasera all’Ateneo Veneto alle 21 sarà il protagonista della rassegna “Giallo e nero. Appuntamento col mistero”, ideata e condotta dal veneziano Alberto Toso Fei.
Faletti, ha mai pensato ad una ambientazione veneziana?
«Venezia è uno dei più bei posti al mondo, con i dovuti riguardi: se si è un po’ tristi e si arriva in un giorno di pioggia... È una città che sa ispirare molta gioia, ma anche molta malinconia. Non la conosco però a sufficienza per scriverne in modo adeguato.»
Come nascono le idee?
«Dico sempre che sono come le donne, arrivano quando vogliono loro. Non c’è un momento particolare, o un luogo... altrimenti sarei sempre lì! L’attenzione va mantenuta vigile, non si deve mai smettere di osservare il mondo. Ho la fortuna di avere un editore completamente d’accordo con me, meglio far uscire un buon libro che un libro affrettato, mi prendo sempre tutto il tempo necessario.»
Comico famoso, musicista che ha firmato testi per Mina, Branduardi e Milva, attore e scrittore, cosa si sente di più Giorgio Faletti?
«Forse in questo momento scrittore, la possibilità di muoversi in campi diversi è comunque una gran fortuna, permette di rigenerarsi spostando l’attenzione altrove, soffro per natura di ‘golosità creativa’.»
Secondo lei com’è cambiata la televisione?
«Rispondendo rischio di fare la figura del maturo attore che dice ‘Ai miei tempi...’, dal punto di vista della comicità non noto una vera rivoluzione da quella proposta ad esempio a suo tempo da ‘Drive In’, anche se in giro ci sono comici forse più bravi di quanto lo siamo stati noi.»
Riccardo Petito |