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INTERVISTE

Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori)
"Amore e speranza nel "mondo nuovo"

in "Il Gazzettino", 28 aprile 2012, p. XXXVI.

Mestre

Torna stasera a Marghera, al Centro sociale Rivolta alle 21.30, il gruppo forse più significativo del panorama rock indipendente italiano: “Il Teatro degli Orrori”. Abbiamo sentito il leader, Pierpaolo Capovilla.

A Marghera si può dire vi siano le origini de Il Teatro degli Orrori

«In una scalcinata sala prove in Via dell’Elettricità, dove originariamente erano di casa gli One Dimensional Man, formazione precedente e parallela. A Marghera siamo davvero affezionati, il Centro sociale Rivolta per noi è stato un grande punto di riferimento, sia per il territorio che per la musica, buon rock a forti volumi.»

A Venezia lei ci vive, e al Laboratorio Morion avete registrato il video "Io cerco te"

«Da ben ventitre anni, non la cambierei con nessun'altra città al mondo, tutti se ne vanno invece io ho acquisito casa, proprio a cinquanta metri dal Laboratorio Morion. Conosco i ragazzi e gli attivisti, che alternano divertimento e sociale, molti di loro hanno prestato il volto nel video».

Il successo (un influente mensile ha recentemente eletto “Il Mondo Nuovo” disco del mese) vi ha cambiati?

Assolutamente no. Io vivo il recente successo, e lo dico con sincerità, con un senso di inadeguatezza, non ero preparato. In realtò Il Teatro degli Orrori è ancora alla ricerca della sua cifra stilistica, che forse è proprio la ricerca di una cifra stilistica… Il nostro ultimo lavoro è anche il più politico, un concept album dedicato alla figura del migrante, oggi la più paradigmatica, tramite la quale parliamo di noi, di sentimenti e speranze».

I vostri testi si sono sempre distinti per citazioni letterarie e filosofiche

«Ci mettiamo il cuore, e tutta intera la scarsa cultura che possediamo. La canzone popolare e il rock per noi sono questioni culturali».

Riccardo Petito