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INTERVISTE
ADRIANA ASTI VENEZIA, UNA CITTA' A MISURA D'UOMO di Riccardo Petito in "Il Gazzettino", n. 180, 2 agosto 2007, p. XV.
Una piacevole sorpresa ha accolto gli spettatori alla consegna a Venezia dei premi del 39. Festival internazionale del Teatro, dedicato a “Goldoni e il teatro nuovo”: a presentare la serata vi era uno dei massimi nomi del teatro e del cinema non solo italiano: l’attrice Adriana Asti. Straordinaria interprete di altrettanto straordinari registi, tra i quali Vittorio De Sica, Mauro Bolognini, Luis Buñuel, Pier Paolo Pasolini e Luchino Visconti, oggi anche al fianco di giovani promesse, come Carlo Mazzacurati, Marco Tullio Giordana e, curiosamente, Sabina Guzzanti. L’abbiamo incontrata all’Hotel Monaco, dove un tempo si trovava il Teatro Ridotto (“Ci sono rimasta malissimo quando ho saputo che chiudeva, era un luogo delizioso”).
Signora Asti, può raccontarci qualche suo ricordo di Venezia?
Vi ho recitato un’infinità di volte, ho immagini bellissime di quando alla Fenice si tenevano anche stagioni di prosa e il Festival del Teatro. Prima del tragico incendio, ho partecipato ad un riuscito “Martirio di San Sebastiano”, per la regia di Pier Luigi Pizzi. A Venezia si ripresenta in me un’idea costante, quella di venirci a vivere. In più occasioni ho anche cercato un’abitazione, è l’unica città che potrebbe sostituire nel mio cuore Parigi, dove da tempo vivo.
È stata chiamata a consegnare i premi di un festival dedicato a Carlo Goldoni. Secondo lei che direzione sta prendendo oggi il teatro? E il cinema?
Fortunatamente è multiforme, libero ed eterno. Dalla ricerca avanguardistica, che oggi impazza nuovamente a Parigi, al teatro classico, magari rivisitato, come dimostra la lezione di Goldoni, che di certo non ha bisogno di anniversari per esser celebrato nel mondo. Quanto al cinema, dato da molti per moribondo, di certo non gode di buona salute, ma registi promettenti ci sono. Io sarò alla Mostra del Cinema a settembre, con una pellicola di un regista francese, che però non sarà in concorso.
Lei ha partecipato ad una fortunata stagione di sceneggiati televisivi, sostituiti oggi dalle cosiddette fiction.
Ricevo molte proposte di parteciparvi, molti copioni da leggere, tutti zeppi di carabinieri e preti. Non le guardo proprio, non mi interessano certi risultati. La maggior parte sono ripugnanti, disgustose!
Una curiosità. Nel 1975 ha anche condotto uno dei primi talk show televisivi, “Sotto le lenzuola”.
Vero! Era il periodo di “Bontà loro” di Maurizio Costanzo, che era più cattivello di me, e gli autori Rai mi suggerivano di esser più agguerrita. Finché non ospitai Tinto Brass, che lesse una poesia con chiare allusioni sessuali: non solo lo oscurarono all’istante, ma chiusero proprio il programma. Se si pensa a ciò che si vede oggi in televisione, vien da ridere!
Riccardo Petito |